Venerdì, 05 Febbraio 2021 08:26

Padre Harrie Verhoeven SSS

Padre Harrie Verhoeven SSS

        26.12.1929 – 30.12.2020

 

Curriculum Vitae
       26.12.1929        Nascita e battesimo a Overloon, Olanda, diocesi di Bois-le-Duc
       14.09.1949        Noviziato, Baarlo       
       14.09.1951        Prima professione, Baarlo
       1951-1953         Studi filosofici, Nijmegen
       11.10.1954        Professione perpetua, Roma
       1953-1958         Studi teologici, Roma, Pont. Univ. Gregoriana
       26.05.1956        Diaconato, Roma
       26.07.1956        Ordinazione sacerdotale, Roma
       1959-1963         Professore di teologia, Nijmegen
       1963-1968         Maestro dei novizi e superiore, Baarlo
       1965-1969         Consigliere provinciale, Provincia San Giuseppe
       1968-1969         Maestro dei novizi e superiore, Nijmegen
       1969-1981         Superiore generale
       1987-1990         Consigliere provinciale, Provincia San Giuseppe
       1993-1999         Vicario provinciale, Provincia San Giuseppe
       1996-1998         Segretario generale della Conferenza Episcopale dei Paesi Bassi
       1999-2005         Superiore provinciale, Provincia San Giuseppe
       2001-2004         Delegato episcopale per la KRO (Radio/Televisione Cattolica)
       2002-2004         Membro del Consiglio di Amministrazione di Communicantes e del Seminario Bovendonk
       2005-2020         Membro della comunità di Nijmegen

 

 

Lettera di condoglianze del Superiore generale

Roma, 30 dicembre 2020

Caro Padre Maurits Gijsbrechts sss
Superiore provinciale
Provincia San Pier Giuliano Eymard
 
     A nome di tutta la Congregazione del Santissimo Sacramento e a nome del Consiglio Generale, ti porgo le nostre più fraterne condoglianze per il passaggio pasquale compiuto da P. Harrie Verhoeven, il 30 dicembre 2020.

     Siamo profondamente grati a Dio per il dono prezioso che Padre Harrie è stato per la nostra Famiglia Eymardiana, egli che ha svolto con coraggio e abnegazione il difficile servizio di Superiore Generale della Congregazione per due mandati, dal 1969 al 1981. Ricordiamo che, sotto la sua direzione, la nostra Congregazione ha seguito i percorsi di aggiornamento proposti dalla Chiesa nel processo post-Vaticano II. Uno dei grandi frutti di questo periodo è stato il lavoro di revisione della nostra Regola di Vita.

     La nostra lode a Dio per il dono dell'esistenza di Padre Harrie si estende anche agli innumerevoli servizi che ha reso alla Chiesa universale, alla Chiesa dell’Olanda e alla tua Provincia. Con fermezza e sempre consapevole della missione alla quale era stato chiamato dal Signore, ha condotto una vita feconda che ha contribuito ad aprire tanti processi istituzionali.

     Chiediamo con insistenza a Dio Padre di accoglierlo nel suo Regno. Sia ora, con i nostri fratelli che ci hanno preceduto in questo cammino vocazionale, un altro intercessore la cui preghiera ci aiuterà a compiere la nostra missione.

     Pur accettando con dolore e speranza questa perdita di contatto fisico con il nostro fratello, Padre Harrie, ti rinnoviamo la nostra solidarietà e ti rassicuriamo del nostro sostegno fraterno. Uniti nella preghiera.

Eugênio Barbosa Martins, sss
Superiore generale

 

 

Testimonianze

In ricordo di P. Harrie Verhoeven

Il giorno dopo il Natale del 1929, in una fattoria di Overloon nei Paesi Bassi, nasceva Harrie Verhoeven, quinto in una famiglia di 10 figli. Nel 1944, durante la seconda guerra mondiale, Harrie fu gravemente ferito. Questo è rimasto un ricordo doloroso per lui per il resto della sua vita. Dopo gli studi a Nimega e Roma, fu ordinato sacerdote a Brakkenstein.

Negli anni Sessanta Harrie è stata soprattutto responsabile dell'educazione e della formazione dei nostri giovani religiosi. Fece sì che vi soffiasse uno spirito nuovo, come dimostrano le testimonianze di alcuni confratelli che l'hanno avuto come Maestro dei novizi. L'internazionalità del noviziato (già!) era un fatto eccezionale: oltre agli olandesi e ai belgi, ci furono anche vietnamiti, svizzeri e tedeschi. Il talento con le lingue di Harrie fu messo a frutto in modo notevole.

Dopo la sua elezione a Superiore Generale (21 ottobre 1969), iniziò una nuova fase nella sua vita. Come “esperto” dei vescovi olandesi, partecipò attiva-mente al concilio Vaticano II. Uno dei compiti affidati dal Concilio fu il rinnovamento e l'adattamento della vita religiosa, in particolare le Regole di Vita. Nella prima parte del commento alla nostra Regola di Vita, P. Mcsweeney spiega il difficile processo per arrivare alla sua redazione.

concilio vatican II 1962

Come Superiore Generale, Harrie ha visitato più volte le comunità della Congregazione.  Ha dato il suo sostegno alle fondazioni in India e in Vietnam, essendo queste ultime isolate dalla Congregazione dal regime comunista per anni. Nel 1981, P. McSweeney gli suc-cedette come Superiore generale. Per i suoi numerosi servigi, Harrie ha ricevuto l’onorificenza di “Cavaliere dell'Ordine del Leone olandese”.

Dopo il suo periodo romano, per le sue qualità di governo, i suoi numerosi contatti con l'estero, il suo talento per le lingue, fu invitato a tenere molte confe-renze, ritiri, corsi, ecc... Le funzioni e i compiti che ha svolto sono troppo numerosi per citarli tutti: responsa-bile diocesano della catechesi a Rotterdam, segretario generale della Provincia ecclesiastica dell’Olanda, direttore nazionale delle opere pontificie, parroco a Rotterdam, Gouda, Delft, Nimega... e sì, anche Superiore provinciale (1999-2005). Durante la visita in Olanda di Papa Giovanni Paolo II, è stato suo inter-prete. È chiaro che Harrie è stato un “monumento”, non solo nella nostra Provincia e nella Congregazione, ma anche per tutta la Chiesa Olandese.

Nel settembre 2020 è stato ricoverato nella casa di riposo ‘Aqua Viva’ - vicina alla nostra casa di Nimega - finché non fu colpito dalla pandemia del Covid19, e lì è morto la mattina del 30 dicembre.

A nome della Conferenza Episcopale dell’Olanda, Monsignor van den Hende ha scritto: “Con gratitudine ripensiamo a lui, soprattutto per il suo impegno per la Provincia ecclesiastica del Paese... È stato una persona di piacevole compagnia, sempre pronto al dialogo, guardando con realismo la Chiesa e la sua missione per la nostra società. ... La sua fede nel Signore, personale, vissuta, ha trovato la sua realiz-zazione”.

E Monsignor Hendriks, vescovo di Harlem-Amsterdam, aggiunge: “Le sue qualità di religioso, di teologo, di amministratore, ma soprattutto la sua pro-fondità pastorale di sacerdote credente sono innume-revoli”.

E sua sorella Joke ha concluso il suo addio come segue: “Caro Harrie, tu avevi una salda fiducia in Dio e credevi nel paradiso. Speriamo che tu ci sia, e sarebbe bello se tu potessi incontrare papà, mamma e tutti quelli della nostra famiglia e i nostri amici defunti”.

Padre Maurits Gijsbrechts, sss
Superiore provinciale

Harrie Verhoeven 1

 

 

 

In Memoriam di Padre Harrie Verhoeven
testo del vescovo Jan van Burgsteden, sss
Celebrazione eucaristica del funerale
Nimega, Olanda, 5 gennaio 2021
 

Caro Harrie,

Prima del 1960, avevo sentito parlare di te soprattutto attraverso il tuo concittadino e mio contem-poraneo, padre Theo Ewals. Nel 1960, con un dot-torato in teologia con magna cum laude, sei venuto nel nostro scolasticato di Brakkenstein - Nimega come professore. Tu ha insegnato la teologia fondamentale per noi.

Una sera hai parlato di uno dei movimenti eccle-siali, il movimento dei Focolari, il cui nome ufficiale è l'Opera di Maria, che avevi conosciuto a Roma. Lo Spirito Santo ha arricchito la nostra Chiesa più che mai di nuovi carismi per l'adattamento della Chiesa alla nuova epoca che verrà. Quello che mi hai detto mi ha toccato e dentro di me ho sentito il desiderio di saperne di più. In Olanda è scoppiato un periodo di turbolenza che non ha risparmiato la nostra vita religiosa. Padri, fratelli, sono usciti. Anche a me è sorto l’interrogativo e ne ho parlato: “Cosa devo scegliere?”. Colui con il quale ho discusso questo problema ha ascoltato attentamente e non ha detto molto. Mi ha fatto parlare. È grazie a te, Harrie, se sono qui.

Harrie, sei diventato maestro dei novizi. Mi hai invitato ogni anno ad andare in vacanza con i novizi. Lì ho visto come hai svolto e vissuto il tuo delicato compito: l'amore personale per ciascuno, su misura secondo lo Spirito Santo, più madre che maestro. Il tuo modo di svolgere questo delicato compito è diventato poi un modello per me come maestro dei novizi.

Sei stato inviato insieme al padre Jan Nelis e al padre Gerrit van Duinhoven, al Capitolo Generale nel 1969. Van Duinhoven ti ha assicurato in anticipo: "Ti riporteremo in Olanda. Le cose sono andate diversa-mente, non sei tornato. Sei stato eletto Superiore Generale dal 1969 al 1981, per 12 anni. Sulle tue spalle poggiava la missione del Concilio Ecumenico Vaticano II (1962-1965) di aggiornare le nostre Costituzioni.

Nel Capitolo Generale del 1981, la nuova Regola di Vita è stata adottata all'unanimità e sottoposta all'ap-provazione della Santa Sede. L'unità della congre-gazione è stata preservata in questo processo. Solo un piccolo gruppo in Brasile ha seguito la sua strada. Ma tu sei rimasto in contatto con loro. E sono tornati all’unità. Tu hai aperto la strada e visitato i nostri confratelli in Vietnam che, per anni, sono stati isolati dal regime comunista da ogni contatto con la Congregazione. Così come i nostri fratelli di Brno, in Cecoslovacchia, che sono stati anch'essi isolati per anni dallo stesso regime.

Come Superiore Generale, hai scritto alla Congre-gazione una lunga lettera sull'adorazione, ricca di contenuti. Hai realizzato per i tuoi confratelli una pub-blicazione sul Dono di Sé del nostro Fondatore durante il suo grande ritiro a Roma nel 1865. Entrambe le pubblicazioni riflettono la tua esperienza. Allo stesso tempo, come padre Eymard, hai mantenuto una corrispondenza in tutto il mondo e hai aiutato molte persone con i tuoi consigli e le tue azioni.

Sei tornato in Olanda nel 1981. Dal 1987 al 1999 sei stato vicario provinciale. In quel momento sei stato un consigliere saggio e esperto. Mi hai insegnato molto, tutto ciò che mi ha preparato, senza saperlo, a un compito del tutto inaspettato nel 2000.

Eravamo a Roma insieme per il Congresso Eucaristico Internazionale nel 2000. Papa Giovanni Paolo II ha voluto celebrare il nuovo secolo come un secolo dell'Eucaristia piuttosto che il giubileo dell'anno 2000. A tal fine, il 6 gennaio 2001, festa dell'Epifania, ha promulgato la sua lettera apostolica Novo Millennio Ineunte (144 anni dopo la prima adorazione di padre Eymard nella comunità di Parigi).

Ad essa ha fatto seguito due anni dopo l'enciclica Ecclesia de Eucharistia e, nell'anno dell'Eucaristia 2004-2005, dalla sua lettera apostolica: Mane nobiscum Domine. Con la pubblicazione di questi do-cumenti, il Papa ha voluto porre l'Eucaristia e l'adora-zione al cuore della Chiesa in questo nuovo secolo. Egli ha condiviso con la Chiesa la propria esperienza di ciò che l'Eucaristia e l'adorazione eucaristica hanno significato nella sua vita.

Nel corso delle nostre riunioni, Harrie, abbiamo parlato delle nostre esperienze di celebrazione e di adorazione, di ciò che la Parola di Dio ha fatto in noi, di come abbiamo vissuto la tristezza, la sofferenza, la delusione e la gioia. E la cosa sorprendente è che nei nostri incontri non si è mai manifestato nessun sintomo della tua malattia.

Caro Harrie,

Ciò significa che nella settimana in cui Cristo è nato, tu celebri la tua rinascita in cielo e alla vigilia della festa dell'Epifania continui ad adorare l'Agnello in cielo.

I nostri incontri continuano. Non te ne sei andato, sei più vicino che mai.

Harrie Verhoeven 2

 

 

Harrie Verhoeven
e il rinnovamento della Congregazione

 

Tra i ricordi che conservo del caro Padre Harrie Verhoeven, che ci ha appena lasciato, il più importante è il ruolo decisivo che ha avuto nel rinnovamento della nostra Congregazione, soprattutto nelle due sessioni del Capitolo Generale Speciale, tenute nel 1969 e nel 1971. Per approfondire questo evento, abbiamo gli Atti del Capitolo (2 volumi), così come l’introduzione al Commento della Regola di vita di P. Anthony McSwee-ney: quest’ultimo vi sviluppa le tappe della sua elabo-razione (circa 70 pagine nell’edizione italiana).

Verhoeven 60 sacerdoce 1

La prima sessione ha avuto luogo a Roma nei locali della parrocchia dei santi Martiri canadesi, dal 9 settembre al 25 ottobre 1969, e contava 57 membri. Nella lista dei partecipanti, P. Harrie appare come il terzo delegato della Provincia d’Olanda. Ma rapida-mente, ha trovato il suo posto nel Consiglio di presi-denza, composto da 4 membri. La chiarezza del suo pensiero, il suo spirito di sintesi, la sua facilità nel comprendere e nel parlare le lingue, la sua esperienza di formatore dei giovani religiosi, la sua conoscenza del pensiero del Fondatore e il suo attaccamento all’Istituto sono stati altrettanti punti di forza per guidare una grande assemblea, eterogenea nelle sue opinioni, e nell’aprire nuovi approcci quando lo scambio rischia-va di cristallizzarsi in una sterile opposizione.

C’è voluto molto tatto da parte del Consiglio di presidenza per portare il dibattito, al di là delle diver-genze, al suo vero livello: come trasmettere l’eredità del nostro Fondatore così come P. Eymard l’ha vissuta nel 19º secolo e tradurla in termini nuovi nel contesto della Chiesa e della società del 20º secolo? I quattro documenti, elaborati nel corso della prima sessione e approvati a larghissima maggioranza, rivelano l’unità fondamentale della Congregazione in questo momento storico.

Il 21 ottobre il Capitolo volgeva al termine. Biso-gnava procedere alle elezioni per l’attuazione. P. Harrie non era nella lista dei candidati ‘idonei’ per l’incarico di superiore generale, non avendo l’età canonica di 40 anni (mancavano due mesi!). Fu allora che circolò l’idea di una postulazione, che gli fu sottoposta. Fu presentata al Consiglio di Presidenza, che l’accettò: se avesse ricevuto i 2/3 dei voti, si sarebbe chiesto alla Congregazione dei Religiosi un indulto di dispensa riguardante l’età. Ed è quello che accadde: lo scrutinio si concluse con un risultato senza appello: i 2/3 dei voti più uno... È stato un momento straordinario e un’esplosione di gioia quando Harrie accettò la sua nomina. Non era la vittoria di un campo su un altro, ma la fiducia comune data ad un uomo incaricato di assumere il compito di accompagnare il rinnovamento della Congregazione. Non sarebbe stato solo: era dotato di un Consiglio che lo avrebbe aiutato efficacemente, come una squadra, nella missione che gli era affidata. Chi ha vissuto quei giorni ne conserva il ricordo come di un ‘Kairos’, un momento di grazia.

Questa 1ª sessione non era che il punto di parten-za di un lavoro di approfondimento, di assimilazione dei grandi orientamenti dei quattro documenti di base, nella Congregazione a tutti i livelli. La Congregazione si è trovata allora, fatte le dovute proporzioni, come la Chiesa all’indomani del Concilio Vaticano II: si trattava di far passare i testi nella vita. Per una parte importante dell’Istituto, la visione tradizionale era dominante. Ci furono non solo reticenze, ma anche azioni concertate per rimanere nel passato. Come se il Capitolo avesse sacrificato l’aspetto solenne del culto o l’adorazione... P. Harrie, con il suo Consiglio, ha intrapreso un lavoro considerevole per accompagnare Province e comunità nel loro cammino, attraverso visite, documenti, rilettura del carisma del Fondatore, approfondimento della teologia dell’Eucaristia, ecc., - tutto ciò in vista di una seconda sessione, da tenere nel 1971. Due anni sono stati brevi, ma sono stati sufficienti perché la maggior parte dei religiosi, legati alla tradizione, aderisse ad una rinnovata visione della nostra missione.

La 2ª sessione del Capitolo Generale Speciale si tenne a Frascati, villa Campitelli, dal 1º al 22 agosto 1971. Situata sui Colli romani a una ventina di chilo-metri a sud di Roma, la villa non disponeva di aria condizionata e l’estate fu torrida. È stato il Capitolo più numeroso della nostra storia, 69 membri: per una migliore rappresentanza, erano stati invitati scolastici e fratelli laici.

Il P. Harrie e il suo Consiglio avevano lavorato ala-cremente per preparare questo importante incontro e prevederne lo svolgimento. Nel suo discorso di aper-tura fece il punto sullo stato della Congregazione, sul cammino che era stato compiuto, purtroppo anche sulle manovre di alcuni religiosi per denunciare il lavoro della prima sessione presso i dicasteri romani, soprattutto sull’urgenza di portare a termine il lavoro in corso per rispondere meglio alle sfide della Chiesa e del mondo.

costituzioneRegola di vita 

Le migliori procedure possono avere effetti perversi. Così è stato quando si è affrontato il dibattito sui primi numeri del testo elaborato dal Consiglio generale: con il pretesto della libertà di espressione, alcuni sotto-emendamenti prendevano il posto degli emendamenti. In dieci giorni, avevamo a malapena votato cinque numeri. Il 10 agosto, un vigoroso inter-vento del P. Germain Comment produsse una presa di coscienza: bisognava cambiare metodo per raggiun-gere l’obiettivo nel tempo limitato che ci restava. Dopo averne deliberato, il Consiglio di Presidenza decise di unire le energie concentrando il Capitolo su ciò che era comune. A partire dai gruppi linguistici, fu chiesto di elaborare delle opzioni semplici che caratterizzassero il carisma e la missione della nostra Congregazione oggi. Si delinearono rapidamente delle linee guida e le questioni controverse furono discusse e formulate in modo da essere adottate.

Si tratta delle 43 ‘opzioni’, a partire dalle quali un nuovo testo è stato elaborato e adottato da una stragrande maggioranza: questa era la ‘Regola di vita’. Un testo destinato ad essere sperimentato nella Congregazione e approvato tale e quale dal Capitolo Generale del 1975. Il P. Harrie fu rieletto e mantenuto nella sua carica. In seguito, questo testo è servito come documento di base in vista della sua appro-vazione definitiva nel Capitolo generale del 1981. La Regola di vita, fatti alcuni emendamenti, fu adottata quasi all’unanimità, così come gli Statuti generali.

Il mandato di P. Harrie terminava: aveva condotto con fede e tenacia l’arduo compito di accompagnare e di portare a termine l’elaborazione dei documenti di base per il rinnovamento della Congregazione. Gli siamo immensamente grati per questo.

Parigi, 15 gennaio 2021

Padre André Guitton, sss 

 

 

Harrie Verhoeven S.S.S.

 

Padre Harrie Verhoeven ha vissuto la sua Pasqua alle soglie del cinquantesimo anniversario della ste-sura della Regola di Vita che anima questa famiglia di religiosi e religiose al seguito di San Pier Giuliano Eymard attorno al “Santissimo Sacramento”. Egli ne è stato prima l’ispiratore, poi il maestro d’opera e in seguito il pedagogo che percorre tutti i continenti per far conoscere la sua ricchezza e soprattutto la sua fedeltà al carisma fondatore. E ancora per far capire che Pier Giuliano fu sempre in cammino e che la sua fede nell’Eucaristia andava oltre “l’esposizione solenne del Santissimo Sacramento”; per far comprendere il cenacolo interiore; per far comprendere il dono di sé così fondamentale nel sacramento: “Questo è il mio Corpo. Questo è il mio Sangue. Questa è la mia Vita”.

Pier Giuliano Eymard non è riuscito a trasmettere questa spiritualità nelle Costituzioni scritte a Saint Bonnet nel 1863. Ci volle il rinnovamento biblico, liturgico e teologico degli anni 1900 fino al Concilio Vaticano II per dare all’Eucaristia tutta la sua ampiezza includendovi il servizio dei poveri, degli operai e dei carcerati che lo stesso Pier Giuliano ha sempre associato a questo Sacramento prima a Lione e a Tolone, poi nei sobborghi di Parigi.

Giuseppe Modolo quadro 7

Questa conversione della Congregazione a queste prospettive di un’Eucaristia globale e non ridotta all’ostensorio non è stata facile e P. Harrie avrà vissuto qualche passaggio pasquale (morte e vita) nell’esercizio del suo ministero di autorità.

È stato anche un ardente promotore dei “Luoghi Eymardiani” e della riscoperta degli “Scritti del Fondatore”. Conservo di lui una lettera scrittami dopo la mia testimonianza sull’esperienza “Sulle orme del Fondatore” vissuta con giovani confratelli colombiani nel 2013, nella quale esprimeva la sua fede in questo processo di ritorno alle fonti.

Gli dobbiamo molto.
Era una fonte di vita.

Bogotá, 4 gennaio 2021

Padre Camille Gagnon, sss
Superiore della Provincia San Juan XXIII

 

 

 

Caro Harrie,

C'è qualcosa che non va. Tu eri qualcuno che, alle feste, alle riunioni e ai funerali, prendeva sempre la parola. Questo, purtroppo, non è più possibile. Dovre-mo andare avanti senza di te. Negli ultimi mesi è stata dura per te. C'era una guerra nella tua testa. Impo-tenza, frustrazione e rabbia. Non hai reso le tue cure più facili, ed è stato difficile anche per te. La fine, una liberazione.

Eri un figlio del Natale (26-12-1929). Nato 91 anni fa a Overloon Brabante, quinto figlio, seguito da altri cinque. L'equilibrio è stato allora raggiunto: 5 ragazzi e 5 ragazze. Una famiglia accogliente. Tutti erano ben-venuti. Mangiare, rimanere, alloggiare, tutto era pos-sibile. Molti dei tuoi compagni di scuola o confratelli sono venuti da noi.

Da giovane avevi preso la decisione di diventare sacerdote. Papà diceva: “Ragazzo, a cosa ti stai impe-gnando?” e cercava di farti cambiare idea. Molto con-troproducente, perché alla fine tutti erano orgogliosi di avere un prete in famiglia. Non hai dubitato e così è rimasto. Una volta ordinato sacerdote, hai reso papà orgoglioso. L'ordinazione sacerdotale è stata impres-sionante. Ero ancora giovane, ma è rimasta impressa nella mia mente. È stata una festa tutto il giorno, con la partecipazione di tutto il villaggio.

Hai vissuto in molti posti, e ovunque ti hai avuto relazioni e amicizie. A Rotterdam e a Gouda, con Ben, Margreet, Bert e Padre van Schayk. Quando eri a Baarlo, hai stretto un'amicizia con il sindaco Frans Schols, che è durata fino alla sua morte. Avevi anche dei legami con il cardinale Simonis, che è venuto persino al funerale di nostra madre; il che è stato un grande onore per noi. Mi è difficile fare altri nomi, perché non so tutto. Tu eri già andato via di casa quando sono nata. In seguito, hai vissuto a lungo in Italia. Prima per i tuoi studi, poi per altri 12 anni come Superiore generale della Congregazione.

Hai viaggiato in tutto il mondo. La tua conoscenza delle lingue ti è stata di grande aiuto. La base era già posta quando avevi 4 anni! Avevi un ginocchio malandato. E dovevi andare in un sanatorio a Wijk-sul-Mare. Il medico del posto diceva: “Parlo diverse lingue, ma non capisco questo piccolo uomo”. Harrie parlava solo il dialetto ufficiale di Overloon. Quando tornò dopo 8 mesi, lo prendevano in giro perché parlava solo l'olandese. Che la gente non ti capisse più non è più accaduto così sovente: tu parlavi molte lingue. Hai composto la tua tesi in francese, e poi l'hai anche tradotta in italiano. A un certo punto hai cercato di imparare il russo. Durante la visita del Papa in Olanda, hai fatto da interprete.

 Klooster Brakkenstein Nijmegen

La mia vita è stata ricca, dicevi qualche settimana fa. Allora ti sentivi inutile e cercavo di convincerti del contrario. Avevi fatto abbastanza e potevi riposare. Peccato che non possiamo raccontarti quante parole di elogio abbiamo sentito. Qualche mese sei stato costretto a lasciare il convento di Brakkenstein per la casa di riposo Aqua Viva. Sei stato curato in circo-stanze difficili, e di ciò siamo grati.

Vogliamo anche ringraziare i confratelli di Harrie. Bere insieme un caffè o un bicchierino, chiacchierare. È stato piacevole per lui. Un ringraziamento speciale al Padre Superiore Fons Kuster, che è stato ‘bombar-dato’ di telefonate, e al Padre Henk Kuis, per la sua visita quotidiana. Questo ha fatto bene ad Harrie, e anche a noi. Un volto familiare in un ambiente estra-neo. È un miracolo, Henk, che tu non abbia contratto il coronavirus. Hai un angelo al tuo fianco. Ringraziamo anche Kees, che è stato il suo sostegno fino all'ultimo respiro, dopo essersi persuaso che Harrie era arrivato alla fine.

Ringraziamo anche tutti i presenti e coloro che volevano essere presenti ma che, a causa delle circo-stanze, hanno dovuto rimanere fuori. Sostegno per le sorelle di Harrie, che ne hanno bisogno.

Caro Harrie,

Avevi una salda fiducia in Dio e credevi nel paradiso. Speriamo che tu ci sia, e sarebbe bello se potessi incontrare papà, mamma e tutti quelli della nostra famiglia e i nostri amici defunti.

Vaarwel (addio), Harrie.

Sig.ra Joke, sorella di Harrie

 

 

Ricordi di Padre Harrie Verhoeven sss
ai tempi del Noviziato

 

castello De Berckt Baarlo

De Berckt, Baarlo

 

Ho iniziato il noviziato il 29 settembre 1963, a Bassenge, dopo un mese di postulato. Eravamo 4 belgi, 3 francofoni e 1 di lingua olandese: Jean-Marie, Etienne, Frans ed io, in cammino per due anni. Un noviziato di antico stile, sopra la collina di Bassenge, per intenderci ecco due esempi: talare tutto il giorno, anche per raccogliere la frutta o diserbare i viali del giardino, e necessità di chiedere per poter scrivere una lettera ai nostri genitori... Eravamo ovviamente molto contenti quando il P. Raymond Barbé, socio del Padre Maestro, ci accompagnava per una passeggiata il mercoledì pomeriggio: le sue tasche traboccavano di pacchetti di sigarette! Che gioia!

La sorpresa venne nel mese di luglio o agosto 1964: avremmo trascorso il secondo anno di noviziato all'estero in Olanda, nella tenuta De Berckt, a Baarlo. Etienne e Frans non c'erano più. Solo io e Jean-Marie ci saremmo andati. Ed anche una buona notizia: un sarto ci avrebbe confezionato un “clergyman”, un abito da città, essendo la tonaca vietata in pubblico in quel paese. Altra sorpresa: De Berckt era in pianura, quasi lungo la Mosa. Eravamo abituati ad andare su e giù per la collina di Bassenge. Stupore quando ho aperto il cassetto nella mia stanza: un pacchetto di buste su un bel po’ di carta da scrivere! Incredibile: ero davvero in un paese straniero!

Il Maestro dei novizi, Padre Harrie Verhoeven, ci condusse attraverso la casa, c’era la moquette nella sala ricreazione dei novizi, di nuovo strano. Ma la cosa più sorprendente sono state le ‘lezioni’ del Padre: Sacra Scrittura, Scritti di Padre Eymard, Storia della Congregazione, in francese o in olandese. In olandese tutto il giorno con i confratelli: mi veniva data l’occa-sione di essere a mio agio nella lingua di Vondel. Bello!

Ricreazione piacevole, molteplici argomenti di conversazione, visite di ‘conferenzieri’ insoliti per noi, conoscenti o amici del Padre Maestro. Ricchezza di contatti, interesse per le realtà esterne e per i ‘volti’ della Congregazione in tutto il mondo. Saint-Exupéry ha scritto: ‘Niente di ciò che è umano mi è stato estraneo’. Il Padre Maestro Harrie ci ha fatto davvero vivere questa frase. Harrie era così per noi: compren-sione, incoraggiamento, aiuto, sostegno, modello.

Sono arrivato così al termine del noviziato: il 14 settembre 1965, feci i primi voti. E quel giorno, nella sala ricreazione, novizi e giovani professi, con Harrie, abbiamo tutti festeggiato durante una serata d'addio: già il giorno dopo, io e Jean-Marie rientravamo in Belgio, in attesa di partire per Marly e l'università di Friburgo.

Grazie, Harrie, per tutto quello che sei stato per me: un esempio di apertura mentale, tolleranza, per-dono e, posso dirlo, amicizia. Abbiamo sempre provato tanta gioia nel ritrovarci, negli anni successivi, quando eri Superiore Generale e poi nella nostra casa di Brakkenstein, facendo memoria degli episodi della vita a De Berckt.

Sì, grazie ancora, Harrie, mille volte! Il Buon Dio sarà buono con te!

Padre Gérard Daix, sss

 


 

 

Ho conosciuto padre Harrie Verhoeven come Maestro dei novizi al mio arrivo nel 1965 a Baarlo. Era un religioso di 36 anni cordiale e aperto. Superiore e Maestro dei novizi di una grande comunità di 35 religiosi, Padri e Fratelli.

Da un lato, un buon gruppo internazionale di novizi e dall'altro, una comunità di professi di mezza età o in età di pensione. Abitavano nella stessa casa, ma con sale di ricreazione separate per professi e novizi. I novizi alloggiavano anche in un corridoio diverso da quello dei Padri. Il Padre era a suo agio in entrambi i corridoi. Si preoccupava delle regole e delle abitudini della casa. Così faceva in modo che, in casa, religiosi e novizi fossero in talare. Mi ricordo che, come novizi, mentre eravamo in clergyman fuori, dovevamo rimettere la nostra talare quando rientravamo, anche se pensavamo di sfuggirvi per il refettorio. Ma il Padre Maestro ci indicava con il dito la porta per farci indossare il nostro abito religioso.

Le sue lezioni nel noviziato erano interessanti e sapeva entusiasmare i novizi con le sue conferenze e incontri spirituali. Harrie era un maestro stimolante e un esempio vivente. Egli ha saputo rendere attuale la spiritualità eucaristica di Padre Eymard per noi giovani novizi, anche se ha saputo farlo ancora meglio come Superiore generale. Ad esempio, nella sessione Eymard che il Consiglio generale organizzò a Lione nel 1980. I novizi provenivano dal Belgio, dalla Germania, dalla Svizzera e dall’Olanda. La lingua usuale, un anno, fu il francese che sostituì l'olandese. Le lezioni venivano impartite anche in francese, anche dai Padri Schelstraete, Köhler e Verbeek. Questo fece una grande impressione su noi novizi e abbiamo imparato quasi automaticamente ad esprimerci in francese.

Verhoeven 60 sacerdoce 3

Harrie Verhoeven utilizzava diverse lingue in modo da animare i novizi nella loro lingua: passava dall'inglese al tedesco, dal francese all'olandese o all'italiano. Non l'ho mai sentito parlare vietnamita. Perché c'erano novizi vietnamiti, con la loro cultura. Parlavano lingue europee e condividevano la nostra cultura dell'Europa occidentale. Ma Harrie sapeva rispettare la loro cultura vietnamita e darle un posto nella loro formazione.

Spesso invitava persone interessanti da tutto il mondo. Avendo avuto intensi contatti, durante i suoi studi a Roma, con il movimento dei Focolari, ne abbiamo approfittato. Questi ospiti ci parlavano nella sala ricreazione dei novizi: discorsi speciali o confe-renze per noi, generazione più giovane. Uomini o donne, religiosi di alto rango o artisti, teologi o uomini d'affari. Ricordo che eravamo tutti molto impressionati.

Regolarmente, i Superiori provinciali di Germania, Belgio o Svizzera, accompagnati dai Consiglieri, venivano a visitare il loro novizio a Baarlo. Come Novizi, imparavamo che eravamo di una stessa Con-gregazione in Europa. I novizi vietnamiti erano sotto la giurisdizione del Provinciale svizzero. Era chiaro per noi che la nostra Congregazione era internazionale.

Harrie portava i novizi alle Mariapoli del movi-mento dei Focolari durante le vacanze. Grandi raduni religiosi degli aderenti del Focolare. Lì abbiamo visto il nostro Maestro in un altro dei suoi aspetti. Parlava con facilità a gruppi di centinaia di persone. Passando facilmente da una lingua all'altra, affascinando le persone in un modo speciale. Attraverso il movimento dei Focolari, disponeva di una rete mondiale.

Nel 1968 fu nominato Superiore della casa di Brakkenstein, e il noviziato lo seguì. Qui, nella città universitaria, ci sembrava ancora più ‘universale’, di quanto pensassimo. Non indossava più l'abito talare ed era spesso assente dalla casa. Il suo soggiorno a Nimega non durò a lungo: fu eletto Superiore generale della Congregazione e partì per Roma.

Da Superiore generale, non tornò spesso in Olanda. Il mondo intero era diventato la sua casa. Egli portò a noi olandesi gli eventi dell'aggiornamento destinati a tutta la Congregazione. Quando ne parlava, nelle rare visite al Paese, lo faceva in modo entusia-smante, preciso e convincente.

Ricordo con grande gratitudine e gioia la sessione Eymard a Lione nel 1980, sotto la sua presidenza, organizzata dal Consiglio generale. Durante 14 giorni, nell'ex seminario San Giuseppe di Lione, con confratelli venuti da tutta Europa. Due settimane formidabili che hanno avuto un'influenza enorme sulla mia vita di religioso sacramentino. Harrie è stato durante la sessione un fantastico ispiratore e coordinatore. Sembrava essere molto amato dai suoi confratelli. Con i miei confratelli Antoon van Schaik e Bert Janssen, ho scritto i testi di questa sessione Eymard e li ho condivisi in occasione di incontri di comunità in Belgio e in Germania. Di ritorno in Olanda, ispirato da Harrie e dal suo Consiglio, sono andato a studiare spiritualità nella città di Lione, dove Padre Eymard ha potuto scoprire veramente la sua vocazione di ‘Apostolo dell'Euca-ristia’.

A partire dalla sessione di Lione, diverse iniziative sono state prese in Belgio e in Olanda per diffondere la spiritualità di Padre Eymard in modo attuale. Ho potuto lavorare a molte edizioni, conferenze o pelle-grinaggi spirituali. A Nimega fu aperto un Centro di spiritualità parrocchiale (C.P.S.) per seminare la spiri-tualità eucaristica nelle parrocchie. Per me è stato indimenticabile che Harrie, al suo ritorno a casa, abbia accompagnato i pellegrinaggi e mi abbia confidato che li trovava efficaci e ispirati, mentre era lui stesso il mio maestro nella famiglia SSS.

Padre Wim van Meijgaarden, sss

 

 

Cari lettori,

Mi è stato chiesto di scrivere qualcosa sul Padre Verhoeven, di felice memoria, poiché ho fatto parte di uno dei suoi primi gruppi di novizi.

Ho fatto il noviziato nel castello di Baarlo, nel nord del Limburgo, Olanda, dal settembre 1962 fino al settembre 1964 compreso. Nel 1962/63, il nostro maestro dei novizi era stato il pio Padre Chris Köhler. Seguiva il «modello classico» della vita conventuale prima del Vaticano II, con le Costituzioni in latino, che dovevamo in parte imparare a memoria. Lui, filosofo, ci ha dato poi un'introduzione alla logica. Era il tempo dell'aggiornamento di Papa Giovanni XXIII, del rinno-vamento del Vaticano II, della rivoluzione: molte statue religiose in gesso, anche di Padre Eymard, finirono nella soffitta di Baarlo, alcune gettate a terra da noi, a pezzi... Finita la pietà sbiadita. In soffitta c’erano anche vecchi libri sulla Congregazione o sul suo Fondatore. Ne ho salvati 200, portati nella nostra biblioteca della casa di formazione San Pier Giuliano Eymard a Maputo.

E così arrivò come maestro dei novizi il giovane padre Harrie Verhoeven. Se non ricordo male, incontrò il gruppo dei novizi di allora: Hein Vrijdag, Wim Storm, Hub Kuijpers, Sjaak Lempers, Ruud Olthof, Alfred Tent (Germania), Bruno lo svizzero e più tardi alcuni vietna-miti e alcuni belgi. Questa internazionalità mostra la disposizione internazionale del nostro nuovo maestro. Sulla base delle Costituzioni e di altri testi del nostro Fondatore, ci invitò a meditare e studiare anche testi biblici. Per noi era una nuova dimensione di profondità e di vita. Un’altra novità: i nostri luoghi di vita furono decorati con tappeti e tendaggi. Tutto divenne più vivace e colorato, con mobili nuovi, dove potevamo ritrovarci piacevolmente in comunità.

Abbiamo ricevuto la visita di persone influenti nel campo spirituale e nell’ambito sociale, amici vicini o lontani del nostro nuovo maestro. Anche membri del movimento dei Focolari. E infine abbiamo partecipato, in talare, alla prima Mariapoli, a Tilburg e poi in Belgio. Siamo andati anche in vacanza sulle montagne sviz-zere, o a Rigi, in Tirolo, facendo conoscenza di altre comunità della nostra Congregazione. È stata l'espe-rienza vissuta di appartenere ad una grande famiglia S.S.S. Un evento che ci ha colpito è stata la visita di una miniera di carbone nel Limburgo, nelle profondità della terra, con casco e lampada frontale. Padre Verhoeven riteneva importante che noi conoscessimo il mondo e vi integrassimo la nostra vita religiosa.

In poche parole: stavamo imparando la vita religio-sa in uno stile di vita più umano, aperto al mondo. Harrie era di larghe vedute, aveva un cuore aperto, era per noi un amico. Potevamo chiamarlo Harrie! La tensione per essere accettati per i voti era scomparsa. La vita religiosa stava emergendo dalle profondità del nostro braciere.

Grazie.

Padre Hub Kuijpers, sss

 

 

Preghiere …

Cari Padre Generale e Religiosi SSS,

Vi prego di ricevere le mie condoglianze per la partenza di p. Harrie Verhoeven SSS che, avendo assorbito lo spirito del carisma e della missione eucaristico, ha guidato la Congregazione seguendo da vicino le orme di San Pier Giuliano Eymard, suo Fondatore.

Credo che nell’amore misericordioso di Dio gli verrà dato un posto al banchetto celeste. Ho avuto la gioia di incontrarlo e domani offrirò la Santa Messa per il riposo della sua anima. Possa riposare in pace.

+ J. Winston S. Fernando, s.s.s.
Vescovo di Badulla
Sri Lanka

 

 

Carissimo Padre Joseph,

Ho ricevuto la tua email in cui mi chiedi di fare la traduzione del testo di Padre Harrie Verhoeven, testo che presenta una testimonianza commovente e personale, la quale sembra che racconti il suo itinerario come ‘Jacob in cammino’, reminiscente di Padre Pier Giuliano Eymard.

Volentieri, Padre, mi applicherò a tradurre questo documento prezioso di questo Superiore Generale, che ho avuto il privilegio di conoscere personalmente in quanto egli mi ha affidato l’incarico di diverse responsabilità nel servizio alla Congregazione – “haec minima sanctae matris Ecclesiae familia” (Const. 1). È stato Padre Harrie che mi ha chiesto di essere il maestro dei novizi in Inghilterra (1976-1981), di far parte di una commissione consultativa riguardo il livello di preghiera, ed anche della commissione per la revisione della Regola di Vita per preparare il Capitolo Generale del 1981.

Sì, ho tante memorie di questa grande persona, tanti ricordi affettuosi di quest’uomo come caro fratello. Senza dubbio, celebrerò l’Eucaristia per il riposo della sua anima, pregando che adesso egli goda della beatitudine di poter contemplare faccia a faccia il Signore, che adorava sotto il velo sacramentale.

Fraternamente,

Padre Michael G. Parker

Ultima modifica il Venerdì, 05 Febbraio 2021 10:29