Venerdì, 11 Giugno 2021 14:11

Rep. Dem. Congo: Implicazioni comunitarie di “Fratelli Tutti”

Pubblicata il 03/10/2020, l'enciclica “Fratelli Tutti” di Papa Francesco vuole essere nello stesso tempo un appello e una raccomandazione per costruire comunità religiose più fraterne e più umane. Il Papa in questa enciclica pone alcuni fondamenti che devono aiutare i fratelli e le sorelle che vivono nella stessa comunità a considerarsi veramente fratelli. Ispirato dalle “Ammonizioni” di Francesco d'Assisi, il Pontefice chiama tutti gli uomini, specialmente le persone consacrate, a testimoniare la vera fraternità nella loro comunità, a fare delle nostre comunità il luogo dove veramente si vive il Vangelo.

Papa Francesco considera questa enciclica sociale come un modesto contributo alla riflessione affinché, di fronte ai diversi e attuali modi di eliminare o ignorare gli altri, siamo capaci di reagire con un nuovo sogno di fraternità e di amicizia sociale che non si limita alle semplici parole.

Il Papa esprime il desiderio che tutti insieme possiamo far rivivere un desiderio universale di umanità. Tutti insieme: “Ecco un bellissimo segreto per sognare e rendere la nostra vita una bella avventura. Nessuno può affrontare la vita in modo isolato. C’è bisogno di una comunità che ci sostenga, che ci aiuti e nella quale ci aiutiamo a vicenda a guardare avanti. Come è importante sognare insieme! Da soli si rischia di avere dei miraggi, per cui vedi quello che non c'è; i sogni si costruiscono insieme. Sogniamo come un’unica umanità, come viandanti fatti della stessa carne umana, come figli di questa stessa terra che ospita tutti noi, ciascuno con la ricchezza della sua fede o delle sue convinzioni, ciascuno con la propria voce, tutti fratelli!”.

Ma cosa intendiamo per comunità religiosa?

La comunità religiosa è costituita da persone che la chiamata di Dio ha riunito insieme e che vivono in comunità in una profonda interdipendenza. Composta da celibi dello stesso sesso, è un luogo di percezione, di accettazione e di attualizzazione di sé e dell'altro. È un luogo di crescita. È anche un luogo di amore fraterno le cui qualità principali sono la gratuità, l'universalità e la misericordia.

Una comunità religiosa è diversa da qualsiasi altro raggruppamento materiale o da una semplice collettività. Nella comunità religiosa, gli esseri umani vivono gli uni accanto agli altri, senza scegliersi. Le persone che vivono in una comunità non sono come estranei che fanno un viaggio in metropolitana. Nonostante la grande vicinanza fisica, ognuno è solo, sconosciuto agli altri e anche quasi inesistente per loro (prossimità fisica e non spirituale).

Nella comunità, è la persona umana che è importante (e il Papa parla del rispetto della dignità umana), perché senza di essa non si può in nessun caso parlare di una comunità.

Comunità, luogo di amore fraterno

Essendo un luogo di relazioni vere, la comunità religiosa è per ciò stesso un luogo d'amore, poiché l'amore è relazione intersoggettiva.

L'amore di Dio per gli uomini è essenzialmente gratuito. “Dio dona per pura benevolenza, senza alcuna necessità che lo costringa a farlo, senza alcun obbligo che lo spinga, senza che si imponga a lui un'esigenza da parte di chi riceve”. La gratuità non è accidentale all'amore di Dio, ma è la sua stessa essenza. Ora Gesù chiede ai suoi discepoli di amare come il Padre ama, di arrivare fino a dare la vita per i propri nemici. Questo è ciò che i religiosi si propongono di vivere.

Nella comunità religiosa ci sono silenzi violenti, sguardi violenti, allontanamenti violenti, rifiuti violenti, parole violente. E questa violenza, se non è contrastata dal perdono, genera violenza. Si estrae la propria arma per rispondere a chi l'ha estratta. La vittoria di una violenza su un’altra produce la distruzione e la rovina della comunità. L'unico modo evangelico di vincere la violenza nelle nostre comunità è l'uso della non violenza che include il perdono.

Comunità, luogo dell'incontro con l’altro diverso da me

L'altro che compare nel mio universo non è un oggetto, un nemico, ancor meno una cosa che posso manipolare, usare, possedere o addirittura sopprimere a mio piacimento. Di fronte all'altro che entra nel mio universo, qual è la visione o l'opzione antropologica che mi anima fondamentalmente?

Nei confronti dell'altro preso come un oggetto, sono possibili diversi atteggiamenti negativi:

  1. L'indifferenza: consiste nel voler ignorare la presenza dell'altro che si impone a me come una realtà innegabile.
  2. La svalutazione: che si caratterizza attraverso l'atteggiamento di svalorizzare l'altro, minimizzare ciò che fa. La caratteristica di questo atteggiamento è di non dare alcuna importanza all’altro o di non riconoscerlo. Questo atteggiamento si si concretizza nel disprezzo dell'altro.
  3. La denigrazione: non solo si cerca di minimizzare l'altro, ma si vuole che anche gli altri provino questo sentimento di disprezzo nei suoi confronti. Questo atteggiamento ha due ferventi servitori: la calunnia e la gelosia.
  4. La negazione dell'altro, i pregiudizi, il complesso.

Tutti questi atteggiamenti negativi non favoriscono una vera fraternità. Per questo il Papa ci interpella vivamente e attira la nostra attenzione. I fratelli che vivono insieme devono considerarsi "realmente" fratelli, evitando i pregiudizi, il sadismo, l'odio, i colpi bassi e le calunnie contro i confratelli.

8 aprile 2021

Padre Francis Mwanza, sss
Rettore del Postulato a Mont Ngafula

Ultima modifica il Venerdì, 11 Giugno 2021 14:16