Lunedì, 23 Dicembre 2024 14:40

Incontro dei Parroci e dei Viceparroci a Malmantile

I partecipanti all’incontro. A sinistra in piedi: p. Nicaise, p. Rizieri, p. Emil, p. José Antonio, p. Mario, p. Milos, p. Antonio, p. Maurizio, p. Mauro, p. Federico, p. Gabriele. Davanti: p. Paulin, p. Giorgio.

 

UNA BREVE CRONACA DELL’INCONTRO

Il 12 e 13 novembre 2024, nella casa di Malmantile, si è svolto l’incontro dei Parroci e dei Vice-parroci delle parrocchie sacramentine presenti nel territorio della nostra Provincia. Per questo, oltre alle 8 parrocchie dell’Italia e alle 3 della Spagna, l’invito a partecipare era stato rivolto anche alla parrocchia dei Martiri Canadesi. I nostri confratelli africani hanno accolto ben volentieri l’invito e vi hanno risposto con la presenza del parroco p. Nicaise e di uno dei due viceparroci, p. Paulin.

Oltre a loro, erano rappresentate altre 7 parrocchie (Bolsena con i pp. Maurizio, Milos e Emil; Caserta con p. Mario; Milano S. Angela con p. Mauro; Milano S. Pier Giuliano con p. Federico; Modugno con i pp. Antonio e Giorgio; Prato con p. Rizieri; Madrid Sainz de Baranda con p. José Antonio). Ci si è sentiti in comunione anche con coloro che non hanno potuto partecipare, con un pensiero particolare per p. Mario Pesce.

L’incontro è stato animato da p. Maurizio e ha visto anche la presenza di p. Gabriele per tutta la sua durata. Dopo l’introduzione e l’ascolto di due brevi riflessioni sul brano di Mc 6,30-34 (“Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto e riposatevi un po’…”), il resto del pomeriggio di martedì 12 è stato dedicato all’ascolto reciproco: ognuno dei partecipanti è stato invitato a raccontare di sé e della propria missione (gioie e dolori, successi e insuccessi, difficoltà e realizzazioni, interrogativi...).

La mattinata di mercoledì 13 si è aperta con un ampio spazio di preghiera: durante le lodi, davanti al SS.mo esposto, è stato proclamato tutto il cap. 6 di Marco, al cui interno si trova il brano che ha fatto da guida all’incontro. È quindi ripresa la condivisione in assemblea, nella quale si è provato a interpretare le esperienze personali e pastorali raccontate, alla luce di questi interrogativi: “Siamo religiosi sacramentini, dentro la storia di oggi: cosa mi viene da dire/suggerire alla luce di quanto ascoltato? Posso dare una interpretazione/spiegazione su qualche narrazione, su problemi emersi, su iniziative pastorali? Quale contributo può dare il nostro carisma, la nostra spiritualità in questo momento storico?”. La mattinata si è conclusa con l’Eucaristia e il pranzo.

Nel pomeriggio, si è cercato di “guardare avanti”, aiutati anche dalle suggestioni spirituali e pastorali tratte da un commento di Enzo Bianchi al brano di Marco. L’incontro si è concluso in serata, con l’intenzione di ripeterlo una volta all’anno e, anche, di dare vita a un “contenitore virtuale” in cui inserire materiali che possano essere utilizzati da tutti.

 

UNA RIFLESSIONE DI P. GIORGIO

Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano, e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. (Marco 6,30-34)

Questo è stato il testo evangelico che ci ha introdotto all’interno del sesto capitolo di Marco, che abbiamo ascoltato e pregato, e ci ha accompagnato nella condivisione: per ricordarci quanto sia essenziale - da una parte - fermarci e stare con il Signore e con i fratelli, per custodire il cuore e per fare memoria di quanta vita scorra dentro le nostre comunità; e - dall’altra parte - per accogliere in profondità le sfide che ci attendono, quelle a cui ci provoca proprio la nostra gente.

Cosa ci ha suggerito tutta questa vita condivisa? Quali interpretazioni dare ai nostri vissuti, ai problemi emersi, alle iniziative pastorali? Quale contributo può dare il nostro carisma, la nostra spiritualità, in questo momento storico? Sicuramente, ci accomuna la speranza di non essere soli perché il Signore è con noi; la speranza che, nel nostro cammino segnato dalle fragilità, proprio attraverso di esse scopriamo che possiamo camminare insieme a tanti laici che condividono la nostra spiritualità e che riconoscono, ancora oggi, le nostre comunità come comunità accoglienti.

Ci sostiene la consapevolezza della ricchezza del nostro carisma e il compito di coniugare la fede con la vita, nel segno della condivisione a cui l’Eucaristia continuamente rimanda; una responsabilità che passa attraverso il mettere in luce la bellezza della nostra Regola di Vita e nella capacità di attualizzare la preghiera di adorazione.

C’è assolutamente bisogno di fare rete per raccontarci - come abbiamo fatto in questi giorni - le tante azioni pastorali “buone” che stiamo coltivando. Soprattutto per quanto riguarda la cura delle relazioni coi giovani, si sente il bisogno di alcune linee guida comuni per percorsi di fede illuminati dall’Eucaristia: in questo senso, occorre lavorare ad un contenitore online che favorisca la comunicazione e la condivisione.

Cosa mi porto a casa, io personalmente, da questi due giorni, oltre a quanto già evidenziato? Ripeto la frase che mi frulla in testa ormai da qualche mese e che riassume bene la nostra condivisione: «L’essenziale è invisibile agli occhi». È ciò che il Piccolo Principe dichiara per affermare la centralità del cuore, dell’interiorità. Ma è vero anche che «L’essenziale è visibile agli occhi», cioè: essenziali sono i volti concreti delle persone che mi si pongono davanti nel quotidiano e che mi chiedono risposte urgenti e impegnative, nella concretezza dei gesti di carità. Ecco: l’Eucaristia raccoglie bene questa sfida, così attuale: abbracciare e custodire l’interiorità e nello stesso tempo sporcarsi le mani per la giustizia!

«Non prendete nulla per il viaggio se non l’essenziale» ricordava Gesù ai suoi discepoli, inviandoli. Ritorniamo alle nostre comunità con la profonda fiducia che Dio è l’essenziale; e il nuovo, che Lui ci pone davanti, lo possiamo accogliere solo quando ci liberiamo del superfluo e camminiamo con ciò che davvero è necessario. Per dirla parafrasando le parole di San Pier Giuliano: «Ho l’Eucaristia, questo mi basta!».

 

Notiziario Provincia “Madonna del SS. Sacramento”
N.14 - 1 dicembre 2024

Ultima modifica il Lunedì, 23 Dicembre 2024 15:09