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Lunedì, 10 Settembre 2018 09:40

67 anni di storia Partire… non è morire

 

Dopo 67 anni di presenza nel territorio diocesano di Treviso, i padri sacramentini lasciano le parrocchie di Cendon (compresi chiesetta e borgata di Nerbon) e Sant'Elena, dove erano arrivati nel 2001, provenendo da Casier, paese che, dal lontano 1951, ospitava la comunità religiosa e il loro seminario minore.

La crisi di vocazioni e l’inevitabile progressivo invecchiamento dei religiosi hanno portato i sacramentini a questa sofferta decisione. Sono tanti i sentimenti che albergano nel cuore e nella mente. Questi 67 anni di presenza a Treviso, sono stati densi di vita, di impegno, di servizio formativo e pastorale, di tessitura appassionata di relazioni e rapporti con tante persone, sacerdoti, i vescovi, famiglie, ragazzi e seminaristi.

Il sentimento predominante, però, è quello della riconoscenza, del “grazie”, profondo e sincero, che sentiamo il dovere di esprimere con tutte le nostre forze.

 

Grazie a Dio

Grazie a Dio per averci chiamato in questa terra veneta, e precisamente a Casier, per vivere e testimoniare la spiritualità che sgorga dall'Eucaristia, sacramento della Pasqua di Gesù che trasforma il popolo dei credenti e li rende Corpo di Cristo vivente nella storia.

Dopo il loro arrivo a Casier, il 29 marzo 1951, i primi padri sacramentini iniziarono subito a sistemare i locali di un ex orfanotrofio voluto dai conti Toso di Venezia e adibito, durante gli anni delle due Guerre Mondiali, ad ospedale, per farne un seminario.

Dall’inizio della vita del seminario fino al momento della sua chiusura (alla fine del XX secolo), i seminaristi che lo frequentarono furono, in totale, 450, 38 dei quali diventarono sacerdoti e 2 fratelli laici. I grandi ambienti del seminario minore di Casier, ospitarono anche, a partire dal 1971 fino al 1989, il Noviziato dei padri sacramentini.

Grazie a Dio, perciò, per tutto il bene ricevuto da questa Chiesa di Treviso, e per tutto ciò che, pur con tanti limiti, siamo riusciti a donare.La presenza in diocesi dei sacramentini non si è limitata solo alla pastorale delle vocazioni e all'educazione dei seminaristi, ma ad una pastorale di servizio alla Diocesi, alle parrocchie, a diversi gruppi di spiritualità cristiana.

 Cendon5


Grazie alle persone

Sentiamo il dovere, o meglio, il desiderio di dire un GRAZIE sincero a tutte le persone che abbiamo incontrato in questi 67 anni: vescovi, sacerdoti, consacrati e consacrate, uomini, donne, giovani, ragazzi… Grazie perché se è vero che abbiamo cercato di dare tutto noi stessi a questo territorio ed a questa Chiesa, è altrettanto vero che abbiamo ricevuto un'immensità di doni da parte di tutti. Abbiamo cercato di essere “presenti”, senza pretese, ma con il desiderio di essere “servi” del Signore e della storia fatta di uomini e donne concreti. E ci dispiace se per inadeguatezza, non sempre ci siamo pienamente riusciti.

 

Partire…non è morire

Si conclude così, in questo mese di settembre 2018, la presenza di noi padri sacramentini in questa terra veneta, in questa diocesi.

È sempre difficile andare via, partire. Ed è con rammarico che lasciamo questa “terra sacra”. Ma la nostra fede, e soprattutto l’Eucaristia, ci dicono che facciamo parte della Pasqua di Gesù, il quale ha vinto la morte ed ha aperto la via della Vita.

Con questo spirito salutiamo tutta la Diocesi di Treviso, sapendo che i “semi di vita” che, per grazia di Dio, siamo riusciti a seminare, germoglieranno secondo i tempi di Dio. Ci basta sapere che, in nome Suo, abbiamo seminato con abbondanza. Ora sarà Lui che farà crescere e donerà a qualcun altro di raccogliere.

Chiediamo a tutti voi di ricordarci nella preghiera e di continuare a rimanere in quell’amore, in quella unione spirituale e fraterna che chiamiamo esperienza della vita nel Corpo di Cristo – ovvero la Chiesa – che nessuna distanza può eliminare.

I Padri sacramentini

 

Ultima modifica il Lunedì, 10 Settembre 2018 09:49