Mercoledì, 04 Ottobre 2023 08:26

L’anno del 40° anniversario della Regola di Vita (1984, 1° agosto, 2024)

L'apostolato di san Pier Giuliano Eymard
attraverso il prisma della RV 41

"Pro Te Vivam" e "Pro Te Moriar", che significano rispettivamente "Signore, per te io vivo " e "Signore, per te io morirò", sono parole accattivanti di san Pier Giuliano Eymard. La prima fu pronunciata dopo una serie di incontri con Cristo, la seconda all'inizio della sua vita. In breve, sono parole che padre Eymard pronunciò mentre si dirigeva con decisione verso il vertice della santità, cioè la "scoperta permanente del mistero pasquale" nella sua vita. La visione che ha plasmato la sua vita si riflette soprattutto nel suo instancabile impegno per la stesura delle Costituzioni della Congregazione.

La Regola di Vita che abbiamo oggi ha i fondamenti necessari tratti dalle Costituzioni scritte dal fondatore, che ne costituiscono la base e il filo conduttore. La sua conoscenza approfondita e la sua esperienza del mistero pasquale non sono state annacquate in quel periodo. Per questo, in tutta verità, fu proclamato profeta dell'Eucaristia. Perciò l'insistenza nel conoscere e vivere l'Eucaristia come il fondatore è imperativa per i suoi figli e figlie. Egli considerava l'Eucaristia come un potente mezzo per il rinnovamento della Chiesa e la trasformazione della società, e come una risposta ai profondi bisogni dell'umanità. Ciò si riflette nella sua esortazione a "siate degli adoratori e rendete adoratori gli altri". È infatti attraverso la nostra preghiera davanti al SS. Sacramento che il nostro ministero assume il suo pieno significato.

Individuare un'area specifica della nostra vita per renderla eucaristica e collocare il nostro coinvolgimento nel quadro pastorale delle nostre comunità è parte della mia riflessione. Le nostre comunità non saranno mai autentiche se la nostra celebrazione dell'Eucaristia e l'adorazione non apriranno le nostre porte a persone che hanno fame di sperimentare il Signore eucaristico in una varietà di contesti.

Le caratteristiche stesse della RV n° 41, ossia la comunità di fede, la comunità di culto e la comunità di servizio, indicano chiaramente quale dovrebbe essere il nostro obiettivo in questo contesto. Pertanto, in un modo o nell'altro, siamo sfidati nei contesti pastorali in cui le nostre comunità sono radicate, a esprimere una chiamata a vivere "non solo una vita comunitaria", lontano dalle situazioni concrete della nostra società, ma anche un impegno più completo in campo pastorale. Il modello del nostro fondatore ci invita a una dinamica fondamentale che ci guida nella ricerca e nella realizzazione della missione prevista dal Concilio Vaticano II.

Per essere più precisi, l'obiettivo è di andare a cercare le ‘pecore’ e rispondere ai loro bisogni che sono: la fame di celebrare l'Eucaristia in spirito e verità, la celebrazione dell'adorazione, i molteplici aiuti offerti alle persone in vista dell'opzione per i poveri e così via.

Il significato della RV ci invita a fare come Eymard, cioè a guardare con attenzione ai desideri e ai bisogni delle persone del nostro tempo e a scoprire come l'amore di Dio, reso presente e celebrato nell'Eucaristia, possa essere reso loro comprensibile, in modo che esse possano vedere da sole che Egli offre loro una risposta ai bisogni di cui sopra. Sarebbe meraviglioso se un tale ministero potesse essere svolto con coloro che condividono la stessa ricerca. Si tratta di seguire il nostro fondatore nella fedeltà alle sue dinamiche (cfr. RV 2).

Vivere per Gesù nell'Eucaristia ha caratterizzato tutta la sua ricerca di una vita per la missione impegnata nella Chiesa, cristallizzandosi nel voto della personalità, nel dono totale di sé, cioè nel semplice passaggio dal "Pro Te moriar" al "Pro Te vivam".

 

Padre Arputharaj Bangar, sss
Comunità del Noviziato, Goa - India

Ultima modifica il Mercoledì, 04 Ottobre 2023 09:08